lunedì 26 settembre 2011

L'IMPORTANZA DELLA DIETA NELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE. IL MORBO DI PARKINSON.

IL MORBO DI PARKINSON.

Il morbo di Parkinson, descritto dall'omonimo medico per la prima volta nel 1817 come la "paralisi agitante" è una malattia che si sta diffondendo sempre più frequentemente, e il dato importante è l'incidenza  che ha sulla popolazione, visto che l'età di insorgenza si sta abbassando sempre più (oggi esiste anche il cosiddetto "parkinsonismo giovanile).
La medicina tradizionale lo definisce una malattia idiopatica, ovvero una malattia di cui si ignorano le cause. Sebbene sia difficile individuarne le cause, sono state avanzate ipotesi per cui il danno ossidativo ed il contatto con sostanze tossiche sembrano essere alla base del problema. Non necessariamente il soggetto deve essere un lavoratore di un laboratorio chimico, dato che per sostanze tossiche vengono prese in considerazione anche i diserbanti, i pesticidi, i metalli pesanti (come piombo, mercurio ed alluminio che si trovano in quantità intolleranti nei vaccini), che sono sostanze neurotossiche, che potrebbero determinare l'insorgere della malattia in soggetti geneticamente predisposti.
A questo punto qualcuno potrebbe dire.."appunto bisogna essere predisposti", ma visti i dati epidemiologici, consiglierei di non scherzare sulla sorte della propria vita.

Ma cosa succede in un malato di Parkinson?
La persona a cui viene diagnosticata questa malattia va incontro ad una degenerazione progressiva di alcuni neuroni localizzati nella "substantia nigra" (o sostanza nera) del cervello, sede della produzione di dopamina, il neurotrasmettitore deputato alla regolazione di equilibrio e movimento. Ecco perchè la diminuzione di dopamina genera sintomi quali i tremori, la rigidità muscolare, la lentezza del movimento, alterazioni posturali, inespressività, insonnia e depressione.
Inoltre si manifesta una ridotta funzionalità epatica, per cui il fegato non lavorando più in modo efficiente, produrrebe delle tossine che andrebbero proprio a colpire il cervello.

Ed ecco quindi l'importanza della dieta, perchè sostenendo il motto "siamo ciò che mangiamo", ci sono cibi da eliminare e cibi da integrare nella dieta quotidiana.
Alla base della malattia vi è il danno ossidativo delle cellule neuronali, perciò cibi raffinati, zucheri, grassi nocivi e additivi (che non apportano nessun principio nutritivo) incentivano la proliferazione di radicali liberi e processi infiammatori con effetti devastanti.
Da evitare sono i grassi saturi (presenti in alimenti di origine animale) e quelli idrogenati (presenti nei prodotti industriali da forno e nei fritti) sono tossici per il cervello.
Ma i lipidi sono i nutrienti principali dei nostri tessuti cerebrali, e si possono assumere attraverso gli acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi.

L'alimentazione ideale è di tipo prevalentemente vegetariano, preferenzo frutta e verdura di stagione da coltivazioni biologiche, prive di pesticidi e parassitari chimici.
Importanti le crucifere (broccoli, coste, crescione,cime di rapa, bietole, cavolo verza, cavolfiore) per la vitamina A, l'acido folico, lo zolfo, la luteina e la zeaxantina, ideali per sfiammare i tessuti e migliorare le prestazioni cerebrali.
La Portulaca oleracea è una pianta spontanea ricca di vitamina B e omega 3.
I cereali integrali (ricchi di vitamina B e fibre) i semi (di zucca, sesamo e lino),l afrutta secca (noci, mandorle,anacardi, nocciole).
Particolarmente indicato in pazienti con morbo di Parkinson è il consumo di fava verde, alimento cardine nella dieta mediterranea nel passato, che oggi non conosciamo e non consumiamo.
Le proteine animali sono da ridurre, perchè entrano in competizione con il levodopa, il farmaco somministrato per questo disturbo, riducendone l'assimilazione e quindi meno efficace.
Per chi proprio non riesce a fare a meno della carne e del pesce, vengono indicate le carni magre e biologiche e il salmone Socheye dell'Alaska, pescato allo stato selvaggio. Un altro pesce indenne da contaminazione di mercurio è anche il San Pietro, che si pesca nel Mediterraneo.
Tra le uova si preferiscono senza dubbio quelle biologiche con omega 3, mentre per quanto riguarda i latticini, si potrebbe aprire un tema importante, che secondo l'American Journal of Epidemiology, un consumo elevato (=quotidiano) di latticini (latte,formaggi,yogurt), provocherebbe un aumento di oltre il 60% del rischio di sviluppare il morbo di Parkinson.
Tra le terapie indicate, oltre alla farmacologia specifica, per rallentare il decorso degenerativo, sono valide l'omeopatia e la fitoterapia, per esempio per limitare gli effetti collaterali dei farmaci. La Macuna pruriens, pianta usata in medicina ayurvedica, è naturalmente ricca di levodopa, sostanza utile per la sintesi della dopamina.

L'importanza del digiuno.
Il digiuno è una pratica inusuale nella nostra cara società occidentale.
Un' equipe di ricercatori della Columbia University di New York ha scoperto che il digiuno potrebbe rivelarsi un'arma fondamentale nella lotta e nella prevenzione del morbo di Parkinson.
Infatti l'organismo a riposo riuscirebbe a liberarsi efficaciemente di tutte le intossicazioni più profonde, concentrando le su forze istintuali nella pratica dell'autoguarigione.

Quindi, il mio consiglio sarebbe di cominciare a cambiare la visione e la considerazione che abbiamo degli alimenti e del cibo.
L'obiettivo è diventare consapevoli di ciò che acquistiamo e mangiamo, spendendo anche del tempo per leggere e capire quali ingredienti sono presenti nell'alimento che stiamo acquistando.
Il momento in cui mangiamo non sarà più solo un atto fine a se stesso, ma un insieme di azioni (informarsi, scegliere, comprare, cucinare e mangiare) volte alla promozione della nostra salute e di quella dei nostri figli, che impareranno da noi il piacere del nutrimento attraverso alimenti sani.
Da anni ormai compro per la maggior parte prodotti biologici e con tanta esperienza posso dire che molti prodotti di larga produzione che si trovano nei supermercati hanno lo stesso costo (a volte anche più alto) di quelli derivanti da agricolture controllate.
A parte i vari supermercati biologici, la Coop è l'unico supermercato che conosco che offre una linea di prodotti ("Vivi Verde") certificati biologici che spesso costano come quelli non bio, che tra gli ingredienti enumerano una lista di conservanti (generalmente indicati dalla lettera E seguita da dei numeri) impressionante.
E scioccante devo dire che sono gli ingredienti che sono contenuti negli alimenti destinati ai più piccini, come se il "mercato" cercasse di creare una nuova popolazione di malati.

Ecco quindi che bisogna provare ad ampliare le proprie vedute, cercando di informarsi il più possibile, da diverse fonti di informazioni (non solo quelle convenzionali), e spendere il proprio tempo e denaro in funzione di una qualità di vita migliore.
E se da soli non ci riusciamo, possiamo sempre provare a contattare una brava dietista che ci aiuti a pianificare una dieta di questo genere, che preveda (perchè no?!) dei piccoli digiuni.

In questo post sono riportate informazioni scritte in un articolo della rivista Terra Nuova nº 265 del mese di Ottobre 2011.

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