venerdì 13 novembre 2015

giovedì 5 novembre 2015

MINDFULNESS BASED GESTALT THERAPY (MBGT)

MINDFULNESS BASED GESTALT THERAPY (MBGT) 

PROTOCOLLO DI MINDFULNESS SECONDO LA TERAPIA DELLA GESTALT 


per questioni di privacy, il contenuto di questo articolo è mantenuto privato e sarà pubblicato a breve in forma di ebook.

Se interessati, scrivere una richiesta per la descrizione del protocollo, nel form sottostante. Grazie



Copyright © 2015 by Elena Vlacos
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mercoledì 14 ottobre 2015

ISCRIZIONI NUOVO CORSO DI MINDFULNESS AUTUNNO 2015

Cari tutti,

Il percorso di mindfulness che ho organizzato per questo nuova stagione autunnale è costituito da un giovedì a settimana, per otto settimane, secondo le linee guida degli studi scientifici che trattano il tema della meditazione per la cura ed il benessere.

Le date saranno le seguenti:

22 ottobre
29 ottobre
5 novembre
12 novembre
19 novembre
26 novembre
3 dicembre
10 dicembre


Orario previsto: 18.45-20.30
Per informazioni su iscrizione e pagamento, contattarmi al 3407998509.

Vi ricordo un abbigliamento confortevole. In studio troverete i materassini, e potete portare con voi qualsiasi cosa vi faccia sentire comodi (cuscino, panchetto, coperta, telo, ecc).


Se decidete di estendere l'invito ad un vostro conoscente e/o amico, vi prego di informarmi direttamente.


Elena Vlacos

domenica 11 ottobre 2015

TRE PASSI NELLA MINDFULNESS...... GIORNATA DI PRATICA MEDITATIVA

A.M.P.R.A. 
Associazione di Medicina e Psicologia per la Ricerca-Azione

TRE PASSI DENTRO LA MINDFULNESS
Domenica 1 Novembre 2015 
Ore 10,00 – 17,00
Centro Oltrecielo,
 Via Acquanegra, 3  Pavia


L’associazione no profit A.M.P.R.A. attraverso i suoi tre rappresentanti e fondatori, Luigi Collivasone, Patrizio Sisto ed Elena Vlacos, propone una giornata originale di esperienza di meditazione Mindfulness, pratica attuale dalle radici antiche, che sarà accostata da molteplici punti di vista, per scoprirne ed esplorarne con un’attenzione profonda potenzialità e benefici.  
Si sperimenteranno in progressione  pratiche di meditazione statica e dinamica, ponendo al centro il tema della coltivazione della consapevolezza, che troverà un momento speciale di esperienza concreta anche durante la pausa del pranzo vegetariano, momento di condivisione del cibo nel silenzio.

La giornata avrà luogo al centro yoga Oltrecielo di Pavia, spazio da sempre dedicato alla pratica della meditazione e adeguatamente attrezzato con stuoie e cuscini.
Chi desidera potrà portare con sé coperta e cuscino o attrezzature analoghe adatte a praticare comodamente la meditazione seduta.
Si raccomanda a tutti i partecipanti un abbigliamento comodo per fruire nel modo più efficace delle pratiche della giornata.
Ogni partecipante porterà una pietanza vegetariana da condividere con il gruppo, durante il momento dedicato alla pausa del pranzo consapevole.       
Numero massimo di partecipanti: 15.

Dott. Patrizio Sisto, psicologo esperto in psicoterapia della Gestalt, formato con il protocollo di MBSR di Jon Kabat Zinn nel 2011, studioso delle tradizioni filosofiche ed estetiche orientali,
Dott. Luigi Collivasone, psicologo e psicoterapeuta transpersonale, esperto di tecniche di mindfulness e di tecniche di rilassamento profondo nelle loro applicazioni nel supporto psicologico e nella psicoterapia.
Dott.ssa Elena Vlacos, psicologa esperta in psicoterapia della Gestalt, conduce gruppi di terapia attraverso la pratica della mindfulness, secondo gli insegnamenti del monaco zen Thich Nhat Hanh, sia privatamente che presso l’I.R.C.C.S. Mondino di Pavia, dove conduce ricerca scientifica sulla meditazione.

Costo di partecipazione per l’intera giornata 40 euro, da pagare con bonifico bancario, ENTRO DOMENICA 27 OTTOBRE.
Destinatario: Associazione A.M.P.R.A.
IBAN: IT84Q0569611300000005106X93
causale: Corso di Mindfulness

L’ISCRIZIONE SARA’ CONSIDERATA IDONEA QUANDO L’ASSOCIAZIONE RICEVERA’ IL BONIFICO.
Contatti
Email: info@ampra.it  

Telefono: 3289554602

lunedì 28 settembre 2015

PRESENTAZIONE DEL CORSO DI MINDFULNESS - 10 OTTOBRE ORE 10.30 PAVIA


  


SABATO 10 OTTOBRE ORE 10.30-12
PRESSO OLTRECIELO
VIA ACQUANEGRA 3
PAVIA







Presentazione teorico-pratica della meditazione di Mindfulness, per comprendere insieme cos’è e per sperimentarne gli effetti positivi sulla nostra salute psicofisica.
La pratica è costituita da momenti statici e momenti in movimento, affinché  si possa sviluppare la consapevolezza di sé nella vita quotidiana.

Si suggerisce di prenotare il proprio posto via mail (e.vlacos@gmail.com) o via sms (tel. 3407998509), entro venerdì 9 ottobre.
La presentazione è gratuita, si accoglieranno al massimo 15 persone.


Dott.ssa Elena Vlacos
Psicologa Clinica, esperta in Psicoterapia della Gestalt e pratiche di meditazione.

Da anni pratica meditazione e insegna Mindfulness sia privatamente, sia presso l’I.R.C.C.S. Mondino di Pavia, dove porta avanti la ricerca scientifica.

lunedì 21 settembre 2015

dalla CENA "ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE" condotta al ristorante Raw Vegan di Milano per Giovani Psicologi della Lombardia.


ESPERIENZE DI MINDFULNESS



  


SABATO 10 OTTOBRE ORE 10.30-12
PRESSO OLTRECIELO
VIA ACQUANEGRA 3
PAVIA


Presentazione teorico-pratica della meditazione di Mindfulness, per comprendere insieme cos’è e per sperimentarne gli effetti positivi sulla nostra salute psicofisica.
La pratica è costituita da momenti statici e momenti in movimento, affinché  si possa sviluppare la consapevolezza di sé nella vita quotidiana.

Si suggerisce di prenotare il proprio posto via mail (e.vlacos@gmail.com) o via sms (tel. 3407998509), entro venerdì 9 ottobre.
La presentazione è gratuita, si accoglieranno al massimo 15 persone.


Dott.ssa Elena Vlacos
Psicologa Clinica, esperta in Psicoterapia della Gestalt e pratiche di meditazione.

Da anni pratica meditazione e insegna Mindfulness sia privatamente, sia presso l’I.R.C.C.S. Mondino di Pavia, dove porta avanti la ricerca scientifica.

domenica 26 luglio 2015

CORSO MINDFULNESS AD APPROCCIO GESTALTICO. 5° EDIZIONE. PAVIA

SETTEMBRE 2015


MINDFULNESS
PRESENTAZIONE NUOVO CORSO

A settembre organizzerò un nuovo corso di Mindfulness, ad approccio gestaltico.


Data e luogo ancora da definirsi.


Cos'è la Mindfulness ad approccio gestaltico?


Attraverso l'esperienza maturata in questi anni in psicoterapia della Gestalt e successivamente con la meditazione di Mindfulness, ho creato un percorso innovativo, unico in Italia (e all'estero):  

Mindfulness-Based Gestalt Therapy

Le qualità esistenziali sviluppate e maturate attraverso la meditazione possono essere lette in chiave psicoterapeutica (ad orientamento gestaltico), per un possibile percorso di ricerca personale, centrato sul "qui ed ora", il tempo presente, il lasciare andare, l'accettazione ed altri elementi in comune ai due percorsi.


L'importanza di praticare la meditazione con uno psicoterapeuta, è la possibilità di non perdere quei segnali assai importanti di noi stessi, che emergono "momento dopo momento" attraverso la pratica meditativa, riuscendo ad attribuirgli il proprio significato personale, ad alleviare i sintomi, e a rielaborare alcuni vissuti emozionali.


Il gruppo di meditazione permetterà di imparare la pratica della Mindfulness, lavoro profondo ed interiore rivolto allo sviluppo della propria consapevolezza.

Non si praticherà psicoterapia di gruppo, bensì sarà un momento importante per imparare a relazionarsi a se stessi e agli altri, attraverso esercizi di auto-ascolto, come la meditazione interpersonale di Claudio Narrando (ad oggi il principale esponente dell'approccio gestaltico).

RISULTATI CLINICI DELLA MEDITAZIONE


Attraverso il lavoro di ricerca scientifica che sto svolgendo presso l'I.R.C.C.S. Mondino di Pavia, dove insegno Mindfulness (dal 2014) a gruppi di genitori dei bambini in carico presso il servizio di Neuropsichiatria Infantile, ho potuto riscontrare significativi valori che riguardano i test (pre-test e post-test) di ansia e depressione della persona.

Dopo due mesi di pratica costante di meditazione, sintomi di ansia e depressione si sono notevolmente abbassati.
Il campione di sperimentazione includeva 14 persone, e presto ne sarà organizzato un successivo.
Sebbene i soggetti siano relativamente pochi, la ricerca scientifica prosegue, aggiungendosi a studi già pubblicati sulle migliori riviste scientifiche.

Consiglio di leggere l'articolo che ho pubblicato sul bollettino di Cefalee Today in cefalea.it, per quanto riguarda gli effetti benefici della mindfulness sul dolore cronico, in special modo sulla cefalea di origine psicosomatica.


Per informazioni, telefonare al 3407998509 oppure inviare una mail a e.vlacos@gmail.com

giovedì 25 giugno 2015

Conversazione sul cibo con Thich Nhat HanhPDFStampaE-mail
Giovedì 30 Settembre 2010 22:17
Il maestro zen Thich Nhat Hanh è particolarmente impegnato, ultimamente, sul fronte dell’alimentazione, poiché ritiene vitale il nostro abituale modo di mangiare. Ha da poco pubblicato un libro, assieme alla nutrizionista Lilian Cheung, dal titolo “Savor: Mindful Eating, Mindful Living”, non ancora tradotto in italiano. Da questa intervista, in cui parla degli argomenti trattati nel libro – al di là dei messaggi indirizzati specificamente al popolo americano – emerge in modo molto chiaro e semplice un’efficace sintesi dell’insegnamento di questo grande maestro.
Perché hai scelto di scrivere proprio ora un libro sull’alimentazione e la presenza mentale?
Questo è un periodo che non ha precedenti, nella storia. Nel mondo ci sono più persone sovrappeso che affamate o sottopeso. Gli scienziati ci hanno già ammonito che se la tendenza all’obesità non si invertirà, questa generazione di giovani avrà un’aspettativa di vita inferiore, rispetto a quella dei propri genitori.
Essere sovrappeso, inoltre, aumenta il rischio nei confronti di molti problemi seri di salute. Problemi in grado di causare molta sofferenza, sia alle persone che li contraggono, sia ai loro famigliari. Ad una scala più ampia, questa sofferenza colpisce il benessere delle nostre società e del nostro mondo nel suo complesso. Le radici dei nostri problemi stanno in ciò che consumiamo: non solo il cibo, ma anche tutti gli elementi che contribuiscono a determinare chi e cosa noi siamo. C’è molto da imparare dagli insegnamenti del Buddha sulla presenza mentale, per capire in profondità questa epidemia contemporanea dell’obesità. Le pratiche di presenza mentale rafforzano il collegamento tra il nostro corpo, la nostra mente e tutto ciò che sta intorno a noi. Vivere in presenza mentale è la chiave per capire la nostra lotta col peso e per potenziare il controllo sul nostro peso. Ora abbiamo l’opportunità di coinvolgere più gente nell’apprendimento del vivere consapevole e nel raggiungimento della gioia e della pace.
Che ruolo gioca il mangiare consapevole nella tua vita quotidiana?
Quando riusciamo a rallentare e goderci veramente ciò che mangiamo, ne ricaviamo una qualità molto profonda. Amo sedermi e mangiare con tranquillità, godendomi ogni morso, consapevole della presenza della mia comunità, consapevole di tutto il duro e al tempo stesso amorevole lavoro che è presente nei miei pasti. Quando mi siedo così, non sono solo nutrito fisicamente, ma anche spiritualmente. Il modo in cui mangio influenza tutto il resto delle cose che faccio durante la giornata. Se riesco a guardare in profondità nel mio cibo e prendermi questo tempo come una meditazione – non meno importante del tempo dedicato alla meditazione seduta o camminata – ricevo i molti doni del cosmo, dei quali non potrei godere altrimenti, se la mia mente fosse altrove. Perché se quando mangio sono consumato dai miei progetti e preoccupazioni, in realtà ciò che mangio è molto stress e paura e ciò è dannoso sia per la mia mente che per il mio corpo. Noi abbiamo una “gatha”, o verso, che recitiamo mentre mangiamo:
Nella dimensione dello spazio e del tempo,
Mastichiamo con lo stesso ritmo con cui respiriamo.
Preservando le vite di tutti i nostri antenati,
aprendo una strada che sale per i discendenti.
Così, quando mangiamo in presenza mentale, riusciamo ad entrare in contatto diretto coi nostri antenati , così come coi nostri discendenti, e usiamo il tempo dei pasti per vedere come nutrire le cose migliori che i nostri antenati ci hanno tramandato e come continuare a trasmettere ciò che abbiamo di più prezioso alle generazioni future.
Com’è il menù giornaliero a Plum Village?
Ci godiamo una deliziosa dieta vegana, e molti dei nostri grani sono organici. A colazione, mangiamo farina d’avena, pane fatto in casa, creme spalmabili di vari tipi di semi fatte in casa, frutta, frutta secca e, qualche volta, zuppa di spaghetti o riso vietnamiti. A pranzo, prendiamo del riso, un piatto di verdure saltate in padella, un piatto di tofu o di fagioli, una minestra, verdure al vapore o insalata e, qualche volta, un dessert. I dessert vietnamiti consistono di solito in una zuppa dolce con fagioli o grani, mentre quelli occidentali sono pasticci vegani, torte o biscotti. A cena, consumiamo un pasto semplice e leggero di riso, oppure zuppa di spaghetti e verdure.
Come influiscono i nostri stati d’animo sul nostro modo di mangiare?
Abbiamo affrontato ampiamente il tema delle sensazioni, nel libro Savor. Fondamentalmente, quando reagiamo ad un certo stimolo, le sensazioni o le emozioni si manifestano nella nostra mente. Noi essere umani abbiamo molte sensazioni. Possono essere positive o negative. Esempi di emozioni positive sono l’amore, la gioia e la speranza; mentre gli esempi di emozioni negative comprendono la paura, la rabbia, l’ansia e l’afflizione. Per molte persone, le emozioni sono legate strettamente al cibo, sebbene la natura precisa di tale relazione vari da persona a persona. Alcuni, quando solo allegri, tendono a mangiare di più, altri invece a mangiare di meno. Se non tentiamo di guardare in profondità per comprendere il nostro desiderio, esso crescerà e formerà abitudini non salutari. Per mantenere il nostro benessere, abbiamo bisogno di usare la presenza mentale, per aiutarci ad essere pienamente consapevoli di come queste diverse emozioni influiscono sul nostro modo di mangiare e a coltivare una relazione col cibo salutare e positiva.
Perché pensi che gli americani, in particolare, debbano lottare col proprio peso?
A confronto col resto del mondo, gli Usa sono la terra dell’abbondanza. C’è facile accesso a cibi e bevande che non sono buoni per noi, e vengono serviti in porzioni abbondanti. I nostri sensi vengono bombardati da pubblicità persuasive, a favore di scelte non salutari, e la gente è condizionata a desiderare ardentemente cibi e bevande insalubri, come bibite addolcite con zuccheri o dolci caricati con zucchero e grassi saturi. Con tutta la meccanizzazione della tecnologia moderna ed una cultura fortemente incentrata sull’automobile (a differenza di altri posti, come l’Europa, dove il trasporto pubblico è molto più accessibile), la gente, negli Stati Uniti, si muove meno e brucia ogni giorno meno calorie. Tutto ciò è responsabile della lotta degli americani contro il peso. Inoltre, il ritmo frenetico della vita ormai è la norma. I giovani – tra cellulari, computer e TV – cercano di gestire contemporaneamente anche sette attività diverse. Questo modo di vivere è l’opposto della vita consapevole.  Non dobbiamo meravigliarci se la gente non vive realmente nel momento e non è pienamente consapevole di ciò che mangia o di ciò che fa, che è essenziale per mantenere un peso salutare.
Puoi condividere con noi il ruolo che la consapevolezza riveste nella tua vita quotidiana?
La presenza mentale rende la vita molto bella e ricca di significato. Quando sono consapevole del mio respiro che entra ed esce e rilasso il mio intero corpo, sono in contatto con quanto è bello essere vivo. Sono in contatto col mio stato di salute e provo gratitudine per tutto ciò che va bene nel mio corpo.  Poi, con la presenza mentale, riesco ad essere consapevole della bellezza del cielo, il sorriso del fiore, il canto degli uccelli. Riesco ad essere profondamente in contatto con la mia sofferenza, e la tengo insieme all’amore e alla tenerezza, piuttosto che reprimerla o rifuggirla. Dal momento che riesco ad essere presente a me stesso, posso essere realmente presente a coloro con cui vivo, ascoltarli profondamente e parlare con parole che ispirano speranza e fiducia in sé stessi. In tal modo, ogni mattino sono in grado di portare gioia a qualcuno e, ogni pomeriggio, alleviare il dolore di qualcuno altro.
Se dovessi scegliere  un’attività consapevole al giorno, quale potrebbe essere?
Il respiro consapevole. Il mio respiro è con me per tutto il tempo che sono vivo. Posso respirare consapevolmente ovunque, in ogni momento ed in qualsiasi posizione. Persino quando sono malato, posso giacere a letto nutrendo il mio corpo e la mia mente, aiutando il mio corpo a guarire col respiro consapevole. Ciò è molto nutriente!
Secondo te, la scienza e la presenza mentale possono mettersi insieme, per avere un’influenza, in tema di alimentazione?
La scienza e la presenza mentale sono complementari, nell’aiutare la gente a mangiare bene e mantenere la propria salute ed il proprio benessere. Per prima cosa, dobbiamo essere consapevoli di ciò che mangiamo. Dobbiamo seguire i consigli della scienza per un’alimentazione salutare, non imitare le celebrità o seguire l’ultima dieta alla moda. Una volta che sappiamo cosa stiamo mangiando, abbiamo bisogno di mangiare consapevolmente, affinché ci possa aiutare, non soltanto ad acquisire abitudini alimentari salutari, ma anche apprezzare l’interconnessione con tutto ciò che ci circonda. Mangiare consapevolmente è una pratica che ci aiuterà a capire chi siamo. Senza presenza mentale nella nostra vita quotidiana, non potremmo essere in grado di scoprire la pace e la felicità che sono già presenti in noi stessi.
Puoi spiegarci come la presenza mentale può portare benefici sia al singolo individuo che al mondo intero?
Siamo tutti connessi. Quando tocchi una cosa, tocchi tutto. Qualsiasi cosa facciamo, ha un effetto sugli altri. Perciò dobbiamo imparare a vivere consapevolmente, per toccare la pace dentro ciascuno di noi. La pace nel mondo comincia dalla pace in ciascuno. Se tutti vivessimo consapevolmente , ciascuno starebbe meglio, dal punto di vista della salute; si sentirebbe più appagato della propria vita quotidiana e ci sarebbe più pace. Questa presenza mentale collettiva è in grado di apportare cambiamenti positivi nelle nostre famiglie, organizzazioni, comunità, nazioni, ed alle generazioni future.
L’articolo originale da cui ho tradotto il testo è questo qui: A Conversation with Thich Nhat Hanh About Savor. È stato pubblicato sul sito di Oprah Winfrey, celebre conduttrice televisiva ed attrice statunitense, ammiratrice di Thich Nhat Han.
Traduzione italiana di Paolo Subioli
www.zenquieora.org

martedì 19 maggio 2015

I BENEFICI DELLA PRATICA DELLA MINDFUNESS PER IL TRATTAMENTO DELLA CEFALEA

E’ appena uscito l’articolo che ho scritto per il Centro Italiano Di Ricerche in Neuroscienze Avanzate (Cirna Onlus).


Buona lettura

lunedì 4 maggio 2015

AGOPUNTURA A PAVIA. articolo del dott. Claudio Corbellini

AGOPUNTURA VIBRAZIONALE (DIAPASONAGOPUNTURA) NELL'INFERTILITÀ

La agopuntura vibrazionale è stata da me progressivamente elaborata in otto anni, nasce

dalla combinazione dell'agopuntura con diapason che riproducono esattamente la

vibrazione e, quindi, il suono delle campane terapeutiche tibetane.

Si esegue un trattamento d’agopuntura classico, frutto di un'analisi fisiopatologica

energetica del paziente, integrato con la diagnostica occidentale. Sono scelti due o più

canali d'agopuntura e fatti vibrare i diapason corrispondenti, che vengono, quando la

vibrazione si riduce, mantenendo, però, inalterate le caratteristiche vibratorie, messi in

contatto con l'ago che assume la stessa vibrazione del diapason determinando la

conduzione del suono nei canali. Inoltre si stimolano i punti di agopuntura, direttamente

con i diapason.

La correttezza della tecnica, che mantiene invariata l'onda elastica generata dal diapason, è

stata confermata dal Professor Fabio Uccelli ingegnere dell'Università di Pisa, che studia in

maniera scientifica la musicologia.

Il suono e, quindi, le vibrazioni sono molto efficaci: la conoscenza deriva da

un’elaborazione sistematica delle emozioni, attraverso un lungo e automatico processo

d'analisi delle medesime, che ha determinato, nel corso dell'evoluzione, sia la forma, sia la

natura dei "sensori cerebrali" delegati a riceverle.

Le prime "emozioni" che raggiungono gli esseri viventi sono trasmesse da mezzi elastici,

quali l'acqua, il liquido amniotico e sono di tipo ritmosonico (musicale), come il battito del

cuore materno. Con il suono e le vibrazioni siamo in grado di raggiungere le componenti

emozionali più profonde.

L’evoluzione degli esseri viventi ha determinato un progressivo aumento del livello di

coscienza, che è passata da una coscienza puramente emozionale sino a raggiungere la

consapevolezza di sé, con una psicologizzazione delle emozioni medesime che sono gli

archetipi più profondi della nostra personalità.

Il trattamento aumenta notevolmente l'efficacia dell'agopuntura, molto indicato nelle

forme psichiche, quali stress, ansia, attacchi di panico, depressione, insonnia e

somatizzazioni varie.

Si sono ottenuti eccellenti risultati nella fibromialgia e nei dolori, anche senza causa

apparente, che in genere sono i più difficili da trattare con l'agopuntura e in oncologia.

Il significativo incremento dell’efficacia dell’agopuntura è stato confermato

dall’elettroencefalogramma digitale, nella sperimentazione condotta a Bagni di Lucca con

Nitamo Montecucco, Presidente del Comitato Scientifico dei Creativi Culturali.

Eccellente nei trattamenti nelle forme allergiche e autoimmunitarie.

Molto indicata nella terapia delle problematiche sessuali femminili e maschili e

nell’infertilità; inoltre, per la sua profonda azione sulla psiche, sostiene le donne, che,

dopo l’insuccesso delle precedenti fecondazioni assistite, spesso sono depresse e vivono

con senso di colpa l’insuccesso.

Come agisce l'agopuntura nell'infertilità?

Prima di tutto bisogna ricordare che agisce, come confermato dalla Medicina

dell’Evidenza, correttamente interpretata, e da ricerche cliniche e studi retrospettivi.

In alcuni casi la modalità è chiara, come nel caso di riequilibrio di disordini ormonali, in

cui si riequilibrano gli assi Psiconeuroendocrinoimmunologici, sia quando si trattino

specifiche patologie, quali l’endometriosi.

Fondamentale, l’azione sulla psiche, particolarmente rilevante con la

diapasonagopuntura.

L’agopuntura, probabilmente, inibisce gli spasmi, che rendono difficile la fecondazione,

agendo profondamente sull’equilibrio psichico della donna.

E’ ipotizzabile anche un’azione sullo stress ossidativo e sulle infezioni latenti. Secondo

Chang, l’agopuntura stimola la produzione di ovociti nelle donne che non possano o non

vogliano ricorrere a farmaci che stimolino l’attività ovarica.

Ma qual è la ragione per cui l’agopuntura funziona?

L’agopuntura determina l’equilibrio energetico, in particolare nei canali correlati alla

riproduzione. Si determinerebbe, inoltre, un’azione neuroendocrina, sulle aree cerebrali

della produzione ormonale e nelle ovaie.

Un altro studio, pubblicato nel 2000 su Medical Acupuncture, ipotizza il successo grazie al

maggior flusso sanguigno indotto nelle ovaie e alla stimolazione ormonale. Infine, sempre

secondo Chang, l’agopuntura sarebbe utile nei casi l’endometrio è troppo sottile per

condurre a termine una gravidanza. Problema che frequentemente provoca aborti

spontanei.

Nell’uomo determina importanti modificazioni dello spermiogramma, con un significativo

miglioramento della motilità e della morfologia degli spermatozoi.

Più in generale l’efficacia dell’agopuntura nell’infertilità dipenderebbe dall’azione sui

meccanismi omeostatici dell’organismo, permettendo una funzionalità ottimale

dell’apparato riproduttivo.

L'abbinamento con maca polarizzata aumenta l'efficacia dell'agopuntura nell'infertilità.

La polarizzazione consiste nel sottoporre il prodotto a radiazione elettromagnetica a

634,7nm. Tale polarizzazione, coincidendo con quella di risonanza del DNA, fa in modo

che la sostanza venga immediatamente riconosciuta e utilizzata dal nostro organismo

aumentando considerevoli mente la biodisponibilità.

I risultati hanno dimostrato un miglioramento quantitativo e qualitativo dei seminali.

La grande efficacia mi ha spinto ad indagare se l'abbinamento fosse già stato effettuato in

precedenza. Un medico tibetano ha confermato trattarsi di una pratica antica, iniziata

migliaia d'anni fa in Tibet e tuttora applicata, ovviamente con le campane tibetane; tra

l'altro l'applicazione viene effettuata con una delle modalità che ho individuato, cioè

l'applicazione di un ago sul punto Bai Hui, situato sul vertice del capo, dove termina un

ramo del canale (meridiano) d'agopuntura del Fegato, che, attraversando in profondità il

cervello, è in grado di agire sia livello psichico, sia neurologico che endocrinologico. Il

sistema omeostatico, individuato dalla Medicina Cinese, rappresentato dal fegato agisce su

ira, tensione e stress.

I metodi efficaci quando i tempi sono maturi, possono essere scoperti o riscoperti

contemporaneamente in luoghi diversi della terra. Avendo sviluppato compiutamente

l'agopuntura vibrazionale, la insegno sia in varie Università, sia in scuole private,

permettendo di estendere i benefici a una vasta platea.

Ho presentato interventi sull'agopuntura vibrazionale (diapasonagopuntura) anche a

numerosi Convegni e Congressi.

Dott.Claudio Corbellini
www.claudiocorbellini.it

domenica 12 aprile 2015

La ferita più dolorosa non è il non essere amati, ma il ritenersi non degni di amore

La ferita più dolorosa non è il non essere amati, ma il ritenersi non degni di amore
di Francesco Lamendola - 20/04/2009

Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte] 



Il teologo e psicanalista Peter Schellenbaum, di tendenza junghiana, ha parlato nei suoi libri («La ferita dei non amati», «Il no in amore») della mancanza di amore come della ferita più grave che si possa infliggere all'essere umano.
Crediamo che si possa accettare questa tesi, a patto di integrarla con quella di Henri J. M. Nouwen (psicotearpeuta e sacerdote olandese, morto nel 1996: uno dei massimi scrittori di spiritualità del mondo contemporaneo), secondo la quale tutta la nostra vita è contrassegnata da una lotta contro le voci interiori che ci dicono - ora sommessamente, ora gridando - che non siamo abbastanza bravi, intelligenti o attraenti, che non siamo abbastanza spirituali e degni di amore.
«Nel corso degli anni - egli afferma - sono giunto a capire che la più grande trappola della nostra vita non è il successo, la popolarità o il potere, ma il rifiuto di sé» (in «Sentirsi amati. La vita spirituale in un mondo secolare», Brescia, Queriniana, 2000).
Per Nouwen, tuttavia, la trappola del rifiuto di sé e della convinzione di non poter essere amati per noi stessi, ma solo per qualcosa che facciamo per gli altri o che gli altri si aspettano di ricevere da noi, non è di natura tale che gli esseri umani la possano vincere con le loro forze, poiché essi sono fondamentalmente incapaci dell'amore gratuito.
Solo Gesù Cristo, per Nouwen - e questo è l'aspetto della sua riflessione che, certamente, lascerà insoddisfatto un laico, specialmente se pervaso dalla presunzione hegeliana che si possa mediare tutto e, quindi, che si possa anche disciogliere la polverina del cristianesimo in una bella tisana di marca New Age - è capace di amarci per noi stessi, per quello che siamo realmente, dietro le molte maschere che indossiamo per nascondere agli altri le nostre debolezze, le nostre paure, le nostre incoerenze.
Poiché si tratta del nucleo centrale del pensiero di questo prolifico scrittore, autore di 40 volumi di teologia e spiritualità, ci piace riportare per intero il suo ragionamento, affinché il lettore possa farsene un'idea da se stesso (in: Henri J. M. Nouwen, «Il primato dell'amore»; titolo originale: «Henri Nouwen:. Writings Selected with an Introduction by Robert A. Jonas», Orbis Book, Maryknoll, 1998; traduzione di Maria Sbaffi Girardet, Brescia, Queriniana, 2001, pp. 129-31):
«La cosa più importante che puoi dire dell'amore di Dio è che Dio ci ama non per qualcosa che abbiamo fatto, per guadagnare il suo amore, ma perché egli, in totale libertà, ha deciso di amarci. A prima vista questo non sembra ispirarci molto, ma se vi rifletti più in profondità,  questo pensiero può toccare e influenzare grandemente la tua vita. Siamo propensi a vedere tutta la nostra esistenza nei termini di un "quid pro quo" - io gratto la tua schiena, così tu gratti la mia -, e partiamo dall'idea che le persone saranno gentili con noi se siamo gentili con loro; che ci aiuteranno se le aiutiamo; che c'inviteranno se le invitiamo; che ci ameranno se le amiamo. E questa convinzione è così profondamente radicata in noi che riteniamo che l'essere amati è qualcosa da guadagnarsi. Nel nostro tempo pragmatico e utilitaristico questa convinzione è diventata ancora più forte e ci è difficile pensare di avere qualcosa in cambio di nulla; tutto dev'essere conquistato: anche una parola gentile, un'espressione di gratitudine, un segno di affetto. Penso che questa mentalità stia alla base di un mucchio di ansia, di tanta inquietudine e agitazione. È come se fossimo sempre in movimento, cercando di provarci a vicenda che meritiamo di essere amati. Il dubbio che alberga in noi ci spinge a un attivismo ancora più frenetico. Cerchiamo così di tenere la testa fuori dell'acqua e di non affogare in una mancanza di rispetto per noi stessi sempre crescente.  La fortissima inclinazione a cercare riconoscimenti, ammirazione,  popolarità e fama è radicata  nella paura che, senza di essi,  siamo senza valore. Si potrebbe chiamarla  la "commercializzazione" dell'amore. Niente per niente, neppure l'amore.
Il risultato è uno stato interiore che ci fa vivere come se il nostro valore come esseri umani dipendesse dal modo in cui gli altri reagiscono nei nostri confronti., Lasciamo che siano gli altri a decidere chi siamo. Pensiamo di essere buoni se gli altri trovano che lo siamo; pensiamo di essere intelligenti se gli altri reputano che lo siano; pensiamo di essere religiosi se lo ritengono anche gli altri… Vendiamo così la nostra anima al mondo, non siamo più padroni in casa nostra. I nostri amici e nemici decidono chi siamo; siamo diventati il trastullo delle loro buone o cattive opinioni...
La cosa tragica, però, è che noi esseri umani non siamo capaci di dissipare gli uni per gli altri la solitudine e la mancanza di rispetto di sé.  Non abbiamo la capacità di alleviare la situazione più radicale gli uni degli altri. La nostra capacità di soddisfare il desiderio più profondo dell'altro è così limitata che rischiamo sempre di nuovo di deluderci a vicenda…
Ogni cosa che Gesù ha fatto, detto e subìto è intesa a dimostrarci che l'amore al quale più aneliamo ci è dato da Dio, non perché lo meritiamo, ma perché Dio è un Dio di amore… Se avessimo una salda fede nell'amore incondizionato di Dio per noi non sarebbe più necessario essere sempre alla ricerca del modo di essere più ammirati dalla gente e ancora meno avremmo bisogno avremmo bisogno di ottenere dalla gente la forza che Dio desidera darci in abbondanza ]da "Lettera a un  giovane].»
Secondo Louwen, solo Do ci ama per quello che siamo, indipendentemente da nostri meriti e dalle nostre qualità, perché Egli solo è capace di amore totalmente gratuito e disinteressato; Egli solo ci ama senza aspettarsi di essere ricambiato.
Tuttavia, noi crediamo che esista qualcun altro capace di amarci di un amore di questo genere: qualcuno che, appunto, può anche svolgere il ruolo d’intermediario fra la nostra imperfetta capacità di amare e l’Amore perfetto, proprio di Dio. Intendiamo parlare, ovviamente, delle persone a noi care che sono defunte.
In genere, noi pensiamo ai defunti come  a dei morti, contrapponendo la loro condizione alla nostra, di uomini vivi. Ma, se noi incominciamo a guardare alla realtà come a un continuo spazio-temporale, ci rendiamo subito conto che noi siamo «vivi», nel senso di legati ad una dimensione fisica dell’esistenza, solo per un breve tratto di strada: proprio come un viaggiatore che, dal finestrino dell’automobile, vede scorrere il paesaggio accanto a sé, e non è più in grado di vedere i luoghi attraversati in precedenza, né quelli non ancora raggiunti; eppure egli sa bene che tali luoghi esistono.
Arriviamo così alla conclusione, paradossale solo in apparenza, che i morti non sono affatto tali, ma sono vivi; che ogni cosa è viva, sempre; che ogni lacrima, ogni sorriso, ogni fiore sbocciato sul prato, esistono per sempre. Siamo noi, che ci crediamo vivi - ma che siamo, piuttosto, dei ciechi presuntuosi - incapaci di vedere tutto questo: è una nostra limitazione, non un dato della realtà. La mentalità scientista e positivista ci ha convinti che solo ciò che cade sotto i nostri sensi, solo ciò che si può misurare e spiegare razionalmente, esiste; tutto il resto è frutto di fantasie e superstizioni oppure, semplificamene, non è degno di rilievo.
Ebbene, i nostri cari che ci hanno preceduto nell’altra forma di esistenza vedono e odono l’intero orizzonte della realtà totale, perciò conoscono tutto, compreso ciò che noi chiamiamo passato e futuro, e leggono anche nel profondo dei nostri cuori. Essi continuano ad amarci, ma senza più quel residuo di egoismo che inquina anche il sentimento umano più puro e disinteressato.
Esiste una ricca documentazione che attesta quanto abbiamo ora affermato: casi di sogni premonitori, ad esempio, in cui una persona cara defunta comunica qualcosa che può perfino salvare la vita al proprio congiunto. Certo, esistono anche inganni e allucinazioni; ma i casi autentici sono numerosi e incontrovertibili. La scienza accademica gita la testa dall’altra parte, per non vederli e non doverne prendere atto: perché, se lo facesse, dovrebbe rimettere in discussione il proprio assioma fondamentale: che la mente è solo una funzione del cervello.
Noi sappiamo, invece, perché lo testimoniano casi convincenti e perché ce lo suggerisce il ragionamento filosofico, che il cervello è l’organo della mente, ma non coincide con essa; che la mente è immateriale e incorporea; che, quindi, essa sopravvive al corpo, può comunicare direttamente con le altre menti ed avere, in determinate circostante, una visione globale della realtà: passata, presente e futura.
In definitiva, noi sappiamo che oltre alla piccola mente corporea, limitata nello spazio e nel tempo ed espressione del nostro piccolo io, esiste una «mente non localizzata» (come la chiama Larry Dossey), la quale si può muovere liberamente senza alcun ostacolo nello «schema globale di esistenza», per il usare l'espressione adottata dal grande matematico Luigi Fantappié, con cui si può  designare il continuum spazio-temporale. Ed è questa la mente superiore, la mente che può uscire dal corpo: e, se lo può fare in circostanze casuali, legate a una particolare attitudine medianica di un determinato soggetto, a maggior ragione lo può fare allorché i vincoli con il corpo vengano recisi della crisi della morte.
Crediamo che a questa parte superiore della mente spetti, propriamente, il termine di «anima»: tenendo ben presente che, per dirla con René Guénon, la morte non rappresenta la fine dell'esistenza, ma il passaggio ad una differente dimensione dell'esistenza stessa.
L’amore gratuito delle anime disincarnate delle persone care è una forma di comunione fra anime: qualche cosa di enormemente superiore al più perfetto amore umano: perché, nella dimensione spazio-temporale, i nostri sentimenti e le nostre passioni sono deformati da un insieme contraddittorio di circostanze contingenti, che ci impediscono di realizzare l’incontro perfetto con un’altra anima, l’unione assoluta e incondizionata.
Ne era convinto, fra gli altri, il filosofo Gabriel Marcel, del quale ci siamo occupati in diversi lavori precedenti e le cui idee in proposito sono stare efficacemente sintetizzate dallo studioso Leo Talamonti nel suo libro «Parapsicologia della vita quotidiana» (Milano, Rizzoli, 1975, pp. 89-90), da cui riportiamo il seguente passaggio:
«Una delle “scoperte” che ha fatto Gabriel Marcel non tanto nella sua qualità d filosofo e sapiente, quanto piuttosto d sensitivo  e medium capace d andare più a fondo d altri nella  problematica dell’animo umano, consiste nel fatto  che alla amara condizione rappresentata dalla solitudine  alienante dell’uomo vi è un solo rimedio possibile – la comunione -; ma non è cosa alla portata di chiunque; bisogna saper amare. Ne consegue, come un corollario, che è meno solo chi si sente in comunione perenne con qualche amato scomparso, di quanto non siano dei viventi i quali si facciano abitualmente  compagnia, ma senza alcuna forma di reciproca compenetrazione spirituale.
S’intende che tutto ciò non può essere che aberrazione e follia, per i pontefici della psichiatria e psicoterapia; ma con tutto il rispetto, non crediamo  che essi possano far molto per rimediare alla solitudine umana, pur sapendo classificare così bene  i deliri. Come finiscono i ciechi guidati da un altro cieco? Sono duemila anni da che fu posta questa domanda, e ancora  la gente seguita a comportarsi come se ignorasse la risposta; difatti s consegna a mani legate a guide che sanno tante cose… ma sono pravamente cieche d fronte  alle verità fondamentali: quelle di carattere spirituale. Una delle quali è stata felicemente enunciata da una madre[…], la quale è già vissuta e vive in comunione  spirituale con l'unico figlio scomparso; e proprio per questo ha avuto modo di accorgersi "che non vi è passato né presente, ma un'eternità senza confine, per ogni grande amore (Welma Sorrentino, "Dialogo con Maurizio, Gesualdi editore, Roma, 1972).
Analoghe situazioni ritroviamo in altri scrittori:  come nel caso di Rosamund Lehman, che aveva perso la sola figlia che aveva; e in quello del veggente francese Belline, il quale restò in contatto mentale con l'unico figlio perduto quando era ancora giovanissimo, per un incidente d'auto; e da quei contati "spirituali" , più ancora che "mentali", trasse lo spunto per un libro ("Las troisième oreille", Laffont, Paris, 1971), che ebbe l'onore di una presentazione da parte di Gabriel Marcel. Alla ricchezza e all'umano significato universale di tutte queste esperienze, nulla può togliere il fatto che esse siano classificabili come "soggettive": ecco la verità  che stenta a farsi strada nelle piccole menti, quelle  che si rifugiano nel razionalismo come in una fortezza. Per resistere accanitamente agli assalti di una realtà che trascende, è vero,  le umane esperienze sensoriali, ma non quelle mentali.  E invece sarebbe ora di accorgersi che accanto a una oggettività fisica, ne esiste anche una ultrafisica, la quale  è definibile anch'essa, in qualche modo,  in senso "operativo", purché si abbia il buon senso  di riconoscere che esistono "operazioni dello spirito", oltre che operazioni della materia.
Scrive Marcel, nella prefazione al libro di Belline (il quale ultimo, detto tra parentesi, non è soltanto un veggente, ma anche un letterato di un certo valore): "Io mi riconosco il diritto di protestare energicamente contro coloro che in nome di non so quale scientismo  si pronunciano a priori contro la realtà di simili contatti..  Ciò che si deve proclamare a voce alta, come ho fatto io stesso in passato è più di una volta, è che quei messaggi hanno una loro destinazione univoca e precisa:  non sono fatti, cioè, per un qualsiasi osservatore spersonalizzato, come potrebbe essere il caso di una qualsivoglia esperienza di laboratorio. Siano anzi agli antipodi di un'esperienza di quell'ordine, come lo saremmo nel caso di due esseri che stiano effondendo i propri sentimenti amorosi.»


Dunque, solo Dio e solo i nostri cari passati nell'altra dimensione ci amano spassionatamente e gratuitamente. 
Eppure, a ben guardare, vi sarebbe un terzo soggetto capace di tanto, almeno in linea teorica e a determinate condizioni: noi stessi. Ma, per fare eco alle sagge parole di Talamonti, si tratta di saper amare, il che non è cosa da tutti; di amare, cioè, nella maniera giusta; mentre, in questo campo, moltissimi sono coloro i quali credono di essere dei maestri, mentre non sono che degli autentici analfabeti.
Amare se stessi nel modo giusto, significa desiderare e cercare il meglio per la propria parte essenziale, ossia per la propria anima; trascurando, semmai, la parte contingente ed effimera, la quale, essendo legata alle limitazioni del corpo, invecchierà e, un giorno, verrà messa in disparte, come un vestito che abbia ormai esaurito la propria funzione.
E il meglio cui tutti aspirano, ma - in genere - in maniera possessiva e confusa, non può essere che l'amore: quello vero, quello disinteressato, quello gratuito, paziente e inesauribile. Fare della propria anima uno strumento bene accordato, capace di vivere nella dimensione dell'amore: questo è il vero scopo della nostra esistenza, la ragione per la quale ci è stato dato un corpo e siamo stati immersi nella dimensione dello spazio e del tempo.
Nessuno può amarci più e meglio di quanto ci potremmo amare noi, se tenessimo ben fermo questo obiettivo; ma ciò presuppone la capacità di riconoscersi, guardarsi dentro e accettarsi, ossia, in definitiva, di scegliersi; e non è cosa che si possa improvvisare, ma che sopraggiunge, semmai, quale ricompensa ad un cammino di evoluzione spirituale impervio, tenace e coraggioso.
Ecco perché molti di noi si sentono indegni di essere amati per quello che sono: perché avvertono, intuitivamente, che essi per primi non sanno amarsi abbastanza; e che, di conseguenza, ciò che sono diventati non è che la brutta copia, quasi la caricatura, di quello che avrebbero potuto e dovuto diventare. 
E se io non mi amo abbastanza da desiderare e ricercare il meglio per me stesso, come posso sperare che altri provino per me un amore più grande di quello che mi concedo?
Dunque, per sentirsi degni di amore, bisogna riacquistare pregio ai propri occhi; e non vi è altro modo  di farlo, che quello di rimboccarsi le maniche, smettere di compatirsi e rialzare la testa, impegnandosi con ogni fibra a realizzare la propria evoluzione spirituale.
Solo un tale impegno ci renderà belli e desiderabili; solo così acquisteremo un valore evidente, che ci renderà amabili agli occhi dell'altro.
Ma, poiché il simile attira il simile, a quel punto l'incontro fra due anime non sarà più una evasione fuggevole, capace magari di lasciarsi dietro delusione e amarezza; ma la comunione di due anime desiderose e capaci di arricchirsi reciprocamente, di donarsi l'un l'altra, di aiutarsi a perfezionarsi ulteriormente.