giovedì 10 gennaio 2013

TERAPIA DI COPPIA. UNA VISIONE GESTALTICA.


LA TERAPIA DI COPPIA DAL PUNTO DI VISTA GESTALTICO.

Cos’è la terapia di coppia?
Questo tipo di terapia nasce per aiutare quelle coppie che non godono di una relazione soddisfacente e che desiderano migliorare la loro condizione, e vogliono vivere meglio la coppia. A volte, solo uno dei due partner ripone speranza nella terapia, mentre l’altro arriva in sessione “obbligato” o condizionato dalla possibile rottura della relazione. Normalmente la motivazione è alta nel voler migliorare, invece di lasciarsi andare davanti alle difficoltà e perdere ogni speranza, abbandonandosi all’inevitabile destino.
Anche se c’è da considerare la possibilità di dividersi, attraverso la terapia di coppia, si può trovare il modo di affrontare la rottura in modo sano e meno dispendioso in termini di emozioni che portano a soffrire e a provare rabbia e rancore (sentimenti che ci porteremo dietro per diverso tempo e che potrebbero inquinare le future relazioni).

Il terapeuta.

Il lavoro del terapeuta è quello di aiutare a scoprire o a chiarire cos’è che non funziona, offrendo una visione della relazione dal punto di vista della propria esperienza e formazione.
Il terapeuta stesso ha sperimentato tale processo di sofferenza e di lavoro su se stesso, per trovare ciò che manca, e cercare ciò che si può fare per migliorare se stessi e la relazione.

Il problema della coppia.

Oggigiorno le coppie incontrano ostacoli che vivono come problematici, tanto da portare i due partner alla rottura: dai rapporti sessuali insoddisfacenti, alla gestione economica errata, all’educazione dei figli non condivisa, ecc.. Senza dubbio la coppia incontra il terapeuta portando motivi diversi, ma la maggior parte delle persone arriva perché il proprio partner non si comporta come vorrebbe per farla sentire bene: lamentele e rimproveri verso l’altro, che a lungo andare impoveriscono i sentimenti di unione, e rendono sempre più complicata la relazione. In questo modo i partner cominciano a spostare il centro della propria attenzione, da se stessi all’altro, cominciando a notare ogni singolo difetto che lentamente si ingigantisce, come se lo si vedesse sotto una lente di ingrandimento. E così la relazione non è più soddisfacente, tutto diventa pesante, tutto è un obbligo, e ciò che prima poteva essere piacevole diventa fonte di sofferenza.
Da tolleranti i partner diventano completamente intolleranti l’uno nei confronti dell’altro.
E così si sentono in trappola, dentro ad un tunnel buio dal quale non riescono più ad uscirne con le loro proprie forze. Ecco che quindi entra in gioco il terapeuta, che non conoscendo nessuno dei due, compie una funzione di mediatore imparziale ed obiettivo.
Alla base di questa insoddisfazione c’è l’incapacità di veder soddisfatte nell’altro le prorpie aspettative, perdendo la consapevolezza che l’altra persona non può essere fatta “su misura”, secondo i nostri desideri.

La terapia.

Attraverso un percorso che il terapeuta di orientamento gestaltico propone alla coppia, i due partner prendono lentamente consapevolezza del fatto che l’altro non esiste per soddisfare ogni sua aspettativa. Le relazioni devono basarsi sull’accettazione dell’altro per com’è veramente, cercando quello che li unisce e non quello che li separa, senza troppe esigenze, perché una relazione si sostiene sulla libertà e su ciò che entrambi possono dare all’altro.
Attraverso la terapia della Gestalt ci facciamo carico del significato della nostra esperienza, e troviamo la forza di non lasciare più tutto il peso sulla nostra relazione di coppia, dove crediamo abbia origine il nostro malessere, piuttosto di considerare una insoddisfazione propria. Il mio lavoro è dunque quello di aiutare a capire tale visione infantile, dove la responsabilità della mia felicità o della mia sofferenza è dell’altro e non è la mia.
Essere adulti non significa aspettarsi che qualcuno debba soddisfare i miei bisogni, bensì che ognuno di noi si senta responsabile di se stesso e che può raggiungere tale soddisfazione in modo naturale, senza sentirsi obbligato.

Immaturità emotiva.

Arriviamo all’età matura che ci sentiamo “capaci” in distinti campi (lavoro, relazioni con la famiglia d’origine, hobbies, sport, ecc.), però molto spesso restiamo immaturi nella dinamica della relazione di coppia, sebbene abbiamo già avuto diverse esperienze alle spalle (belle e brutte che siano). Chi non ha detto al proprio partner almeno una volta: “devi essere così....!”, “non fare questo!”, “hai visto che non hai fatto quest’altro?”...  Ma dobbiamo capire e comprendere profondamente che la nostra vita non si basa sul comportamento dell’altro, perché altrimenti staremmo  vivendo un’eccessiva dipendenza. Ecco perché è necessario “coltivare” la maturazione della persona in tutti gli ambiti, ed essere in grado di trovare soluzioni ai nostri problemi da soli anche nell’area della nostra relazione di coppia.

Intelligenza emotiva.

Ultimamente si parla sempre di più di “Intelligenza emotiva”, proprio come la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le emozioni proprie ed altrui. Una buona terapia può essere trasformatrice per chi la intraprende, imparando a vedere la coppia in un nuovo modo, guadagnando in qualità. Se ci facciamo carico delle nostre emozioni senza cercare scuse, potremmo ottenere maggior senso di libertà e indipendenza, migliorando la nostra relazione col nostro partner. Questa nuova modalità sarà soddisfattoria per noi, e i nostri figli impareranno dalla relazione dei propri genitori e la ripeteranno in futuro (proprio come abbiamo fatto noi, osservando i nostri genitori).
L’importante è rendersi conto che la maggior difficoltà risiede in noi stessi, e non nell’altro.