LE ESPERIENZE DI CHI MI HA CONOSCIUTA

In questa pagina mi piacerebbe lasciare spazio alle persone che si sono rivolte a me in qualità di psicologa.

E' possibile scrivere la propria esperienza, anche anonimamente, per aiutare gli altri a capire come rivolgersi alla psicologa, quali sono le motivazioni che spingono le persone a farlo, ed i vantaggi e le potenzialità che può offrire un percorso terapeutico centrato sulla psicologia della Gestalt.

Ringrazio perciò chiunque desideri lasciare una traccia della propria esperienza personale, nata dalla relazione terapeutica avuta insieme.

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 MENTAL TRAINING E PRATICA GOLFISTICA : RESOCONTO DI UN’ESERCITAZIONE PRATICA 

Ho riportato questo percorso di 18 buche per documentare un’evoluzione possibile e concreta nell’atteggiamento nell’ambito della performance sportiva. Questa evoluzione è efficace perché parte dal profondo e coinvolge completamente e, in questo senso, rappresenta un miglioramento possibile del nostro approccio all’esistenza. Il risultato viene con la pratica. 


 LE 18 BUCHE 
APPROCCIO “STORICO” 
L’EVOLUZIONE (in corso), ovvero 

strumenti (random) scoperti nel corso delle sedute 
In sintesi 
Prevalenza di ansia e pensieri negativi oppure “assenza” totale, disinteresse simulato per non pensare. 
Alla fine sono comunque distratta sia dai fattori “interni” che dai fattori “esterni” (rumori, compagni di gioco, condizioni del campo, ecc.) 
Irrigidimento+disconnessione opppure irrigidimento senza connessione. 
A posteriori non sono in grado di ricordare le emozioni provate. 
“So giocare ma…farò un sacco di pasticci come al solito” 
“Grounding” per ridimensionare il peso relativo di/pensieri/testa. 
Riconoscimento e accettazione delle emozioni. 
Prendo atto delle emozioni negative. 
Riconoscimento dei fattori interni ed esterni di distrazione. 
Respiro e corretta attivazione psico-fisiologica. 
Ci sono emozioni positive nel gesto tecnico efficace: scopriamole. 
Disattivo la rigidità ma non perdo di vista la connessione. 
“So giocare, quindi so qual è il mio compito. Posso sbagliare ma posso anche fare bene, e in entrambi i casi saprò perché” 
Esempio di un percorso reale, buca per buca 
↓ 
Reazione tipica 
↓ 
Reazione in evoluzione 
Buca 1: 
Parto benissimo, dal terzo tiro sbaglio due volte di seguito nello stesso modo. Concludo mediocremente, al di sotto delle mie possibilità concrete (cioè al di sotto del risultato che generalmente posso ottenere) 
Comincio a pensare ai punti che ho perso, mi innervosisco per ho ripetuto due volte un identico errore. Sensazione di non poter sfuggire ad un risultato insoddisfacente 
“Perché ho sbagliato quei due tiri due volte di seguito? Ho sottovalutato la pendenza: per disattivare la rigidità ho disattivato anche la connessione 

Buca 2: 
ottima performance 

Sottile autoesaltazione: vedi che sei brava?Continua così, anzi cerca di far meglio 
“Bene: cosa provavo prima di tirare? E durante i tiri? E dopo” Voglio riconoscere l’emozione e farla mia 

Buca 3: 
Passaggi difficili, ma recupero stabilmente 

La solita sfortuna e poi mi tocca fare i salti mortali. Tentiamo l’impossibile 
Non è la prima volta che una pallina finisce in un brutto posto: ho idea di come fare e posso provare a recuperare come ho fato altre volte con successo. 
Tentiamo il possibile 
Buca 4: buona progressione, ma la tecnica è imprecisa 
Uffa 
Se la tecnica è imprecisa serve un allenamento più preciso oppure una lezione col maestro 

Buca 5: benissimo il gesto tecnico ma errore di traiettoria 
“Ecco, se c’è una cosa che so è prendere la traiettoria giusta e adesso vado a sbagliare anche quella” 
“La connessione deve contemplare tutti gli aspetti del gioco, non soltanto quelli critici!” 

Buca 6: meglio di quanto immaginassi 

“vedi che sei brava, che sai giocare, ecc.” 
Consolidiamo questo risultato. Accettiamolo e basta, come accettiamo gli errori. Piuttosto riviviamo le sensazioni provate NEL gesto tecnico, scopriamole” 

Buca 7: errori di scelta mazze e di gesto tecnico 

Tsunami di pensieri negativi: siamo quasi a metà gara, sto compromettendo tutto, se non recupero è dura migliorare il risultato, rischio di peggiorarlo! 
Aiuto! Le cattive abitudini sono dure a morire. Sto perdendo fiducia nella mia capacità di evolvermi 

Buca 8 e 9: in balìa degli eventi 


CORTO CIRCUITO 
Ehi! E’ un po’ presto per pensare che il nuovo approccio diventi automatico: abbandona gli automatismi del passato, lasciati andare, non ti costa niente esser leggera, accetta il risultato 
Buca 10-11-12: tunnel buio 

Buca 13-18: ripresa sfiduciata, buona conclusione 

Ho una grande resistenza nei confronti degli eventi, ma non mi sopporto! 
E’ stata dura (mi stimo molto, nonostante tutto), ma si può fare. E soprattutto è semplice (sono io che complico) e piacevole. Adesso allenarsi e riprovare. E’ proprio tutta un’altra cosa. 

2 commenti:

  1. Sono andato dalla Dott.ssa Vlacos pensando che i miei problemi non potessero che essere risolti tramite ansiolitici e farmaci in generale. Non essendo mai stato da uno psicologo prima, non avevo molta fiducia e credevo di non ottenere risultati. Non capivo come semplicemente parlando, avrei potuto risolvere i miei problemi. Invece, mi sono dovuto ricredere già dalle prime sedute. Quello che la Dott.ssa mi diceva, non solo aveva per me riscontro nella realtà, ma i suoi consigli ed i suoi esercizi mi sono stati utili a risolvere i miei problemi e a migliorare anche aspetti della mia vita che mai avrei pensato necessitassero di cambiamenti. Personalmente, l'ho trovata un'ottima professionista ed una bellissima persona.

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  2. L'insegnamento più importante che ho ricevuto dalla Dott.Vlacos è stato l'esercizio all'ascolto, che mi ha accompagnata verso la nascita della consapevolezza. Il mio percorso è durato poco, un anno; di fatto un anno non è breve, ma se oggi ripenso a come mi sentivo durante le sedute, ricordo che mi arricchivano talmente tanto da percepirle sempre come troppo brevi. Benchè gli incontri fossero molto intesi e faticosi, tornavo sempre a casa con un'attenzione differente alle cose. Non sempre ne ero consapevole ma talvolta lo maturavo con naturalezza nei giorni successivi.
    In quel periodo, spesso aspettavo la seduta per confrontarmi con la Dott.ssa Vlacos anche in merito a problematiche molto pratiche e quotidiane. E quando, x motivi pratici, ho iniziato a pensare alla sospensione, temendo il distacco, per molto tempo ho esistato. Ma la terapia della Gestalt non crea dipendenza dal proprio psicoterapeuta, ma una relazione di fiducia, stima e di grande apertura. il cammino con la Dott.ssa ha rappresentato per me una rivelazione continua, un meraviglioso trampolino verso il cambiamento e la bellezza della vita! Mi rimarrà sempre!!

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